Gli extraterrestri sono tra noi?
- Redazione Reporting
- 17 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 27 mag 2020
Di Lorenzo Buzzoni
Dalla nascita dell'ufologia agli extraterresti nel cinema di fanstascienza, passando per il "disco volante" di Roswell, negli Stati Uniti, gli extraterresti sono parte del nostro immaginario collettivo. Ma da dove hanno origine questi nostri vicini... spaziali?
La nascita dell'ufologia e il "disco volante" di Roswell
Il 24 giugno 1947 il pilota Kenneth Arnold stava volando sul monte Rainer (Usa) con il suo jet, quando vide in cielo nove oggetti d’argento, che poi descrisse come dischi volanti. Da quel giorno ebbe inizio l’ufologia, la disciplina che studia gli UFO (Unidentified Flying Object), ossia gli oggetti volanti non identificati. Nello stesso anno, nei pressi di Roswell, New Mexico (USA), i giornali annunciarono la caduta di un disco volante e fecero circolare la voce che all’interno era stato trovato un equipaggio alieno. Nel 1991, il produttore londinese Ray Santilli affermò di essere in possesso di un filmato che ritraeva il cadavere di uno degli alieni precipitati a Roswell, disteso in un laboratorio e in attesa di essere esaminato da alcuni chirurghi. Il video fece molto scalpore (cioè: sollevò reazioni in molte persone), ma a seguito di studi condotti sui fotogrammi e sul presunto laboratorio, il filmato fu dichiarato come assolutamente falso, come lo stesso Santilli confermò in seguito.
Secondo le dichiarazioni ufficiali del governo americano il disco volante non fu altro che un pallone sonda meteorologico, usato per determinare la direzione e la velocità dei venti in alta quota. Tuttavia, ancora oggi, c’è chi crede che il governo americano abbia fatto di tutto per nascondere le prove sul "disco volante di Roswell”.

Una foto del disco volante di Roswell (Usa)
Ma che aspetto avrebbero dunque gli extraterrestri?
Bassi, dita lunghe, testa grande, occhi neri, niente naso e pelle di colore grigio. È la descrizione che ne fanno coloro che dicono di averli incontrati. Ma allora perché in tante illustrazioni, film e cartoni gli extraterrestri sono verdi? La “colpa” è dello scrittore americano Edgar Rice Burroughs - lo stesso che ha creato Tarzan - che nel racconto “A Princess of Mars” del 1912 (Una principessa di Marte) immaginò i marziani con la pelle verde.
Gli extraterresti nel cinema di fanstascienza
L'idea di poter viaggiare nello spazio, andare su altri pianeti e incontrare abitanti di altri mondi è uno dei temi più popolari del cinema fantascientifico. Non a caso, la prima pellicola che inscena un viaggio nello spazio e quella in cui appaiono degli extraterrestri è anche il primo film di fantascienza: Viaggio nella Luna di Georges Méliès del 1902, dove gli abitanti della Luna sono creature simili a folletti.

Un fotogramma del film "Viaggio nella luna"
Negli anni cinquanta uscirono al cinema film come Uomini sulla Luna di Irving Pichel, Ultimatum alla Terra di Robert Wise e La guerra dei mondi di Byron Haskin, tratto dal romanzo di H. G. Wells, in cui viene raccontata un’ invasione aliena degli Stati Uniti.
L'immagine negativa dell'alieno invasore fu messa in discussione in due grandi successi di Steven Spielberg, Incontri ravvicinati del terzo tipo del 1977, in cui gli alieni non vengono per conquistare e distruggere, ma sono esseri pacifici, ed E.T. l'extra-terrestre del 1982, in cui dei bambini salvano un piccolo e timido alieno dimenticato sulla Terra.

Un'immagine di E.T l'extraterrestre tratta dal film di Steven Spielberg
Ma che cosa dice la scienza?
Secondo la scienza, anche se esistessero, gli extraterrestri non potrebbero raggiungere la Terra. Questo perché la stella più vicina a noi (oltre al Sole) è lontana 4,4 anni luce: una navicella spaziale terrestre, che usa la tecnologia attuale, impiegherebbe 60 mila anni per raggiungerla. Ed è molto improbabile che esseri anche più evoluti di noi possano viaggiare alla velocità della luce e accorciare quindi i tempi.
Quando guardiamo il cielo e ci sembra di vedere un ufo, spesso ci troviamo di fronte a qualche fenomeno celeste. I più comuni sono: i fulmini globulari (sfere luminose di gas atmosferici che si formano per la presenza di campi elettrici in quota); i riflessi di luce su cristalli di ghiaccio in quota che possono far scambiare un pianeta al tramonto per un ufo in volo, e i meteoriti, che sbriciolati nell’impatto con l’atmosfera terrestre, si trasformano in frammenti luminosi.
Elisabetta
sicuramente non siamo gli unici esseri viventi nell'universo, magari in un pianeta lontano e non conosciuto esistono altre forme di vita, simili o diverse da noi.
Mi è piaciuto molto, è molto interessante questo articolo