Coronavirus: abbracciamo la distanza
- Redazione Reporting
- 24 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 27 mag 2020
Di Cecilia Moretto
In questi mesi non abbiamo sentito altro che le parole pandemia, coronavirus, distanziamento sociale e, purtroppo, abbiamo saputo che molte persone si sono ammalate o sono morte e tante, grazie alle cure, sono guarite. Dopo tanto tempo passato in casa, possiamo finalmente uscire un po’ e iniziare a vedere parenti e amici. Tuttavia, è essenziale fare ancora attenzione e continuare a mantenere la distanza di almeno un metro dalla persona con cui si sta parlando; è, questa, una regola che ci siamo dati (e che ci ha dato la scienza) per non aumentare il contagio. Lo so, non è facile e soprattutto non è bello, molti di noi avranno voglia di tornare ad abbracciarsi e smetterla di fare attenzione a misurare la distanza da chi incrociamo sul marciapiede o al parco.
Ma come si trasmette il Coronavirus?
Il coronavirus – o covid19 – si trasmette con le microscopiche droplet (goccioline) che le persone emettono dal naso e dalla bocca respirando e parlando, oppure per contatto con superfici infette, per questo è necessario che vi laviate sempre le mani e non vi tocchiate occhi, naso e bocca prima di averlo fatto. Questa è la ragione per cui vi viene chiesto di stare a distanza da chi incontrate, perché le goccioline non riescono a viaggiare nell’aria da sole (ad eccezione di quando si tossisce e starnutisce, ed è qui che entra in gioco la mascherina come protezione). Quindi, se starete lontani un metro gli uni dagli altri, specie in ambienti aperti, non rischiate di prendere e diffondere il virus!
Noi italiani siamo un popolo di “abbraccioni”!
Si sa, per noi italiani è molto difficile mantenere le distanze, siamo un popolo caloroso e solare, molto aperto, ci piace dare la mano, abbracciarci e baciarci sulle guance. Eppure non tutti i paesi sono come il nostro e alcuni hanno fatto meno fatica a seguire la regola del metro di distanza. Ce ne sono diversi dove le persone sono un po' più riservate e meno espansive. Del resto ci sono mille e più modi per dimostrare affetto, anche a distanza, e la nostra cultura è solo una delle tante e non ne esiste una giusta. Ci sono posti come la Corea o il Giappone dove le persone indossano la mascherina anche quando hanno un semplice raffreddore. Se mai farete un viaggio in Giappone evitate, ad esempio, di dare la mano o pacche sulle spalle alle persone per dimostrare conforto o simpatia, è considerato molto sgarbato!
Reinventiamoci, a partire dai saluti!
Se al momento non possiamo esprimere il nostro affetto come vorremmo, non buttiamoci giù, usiamo questa occasione per sperimentare nuove possibilità e inventarne di nuove, a partire dai saluti: gli esempi da seguire non mancano. Se non possiamo abbracciare e baciare i nostri amici, prendiamo spunto da alcune usanze diffuse nel mondo e salutiamoci così:
Ojigi: in Giappone le persone si salutano con un inchino (rei) stando in piedi, l’uno davanti all’altro, con le braccia lungo i fianchi. È sia un saluto che una forma di ringraziamento. Ha molte sfumature e più è profondo l’inchino, maggiore è l’importanza della persona che si ha davanti. Per l’imperatore l’inchino dovrà essere di almeno 45°, per gli amici ne basterà uno di 15°.

L'inchino giapponese come gesto di saluto
Adamu: questo può essere molto divertente. In Kenya, per dare il benvenuto ai nuovi arrivati i Masai (popolazione indigena dell'Africa orientale) fanno una danza che prevede anche una sfida a chi salta più in alto.

La danza masai
Namastè: anche in India ci si inchina, ma in questo caso si tengono le mani giunte, all’altezza del petto, pronunciano la parola Namastè, che letteralmente significa: mi inchino a te.

Le mani unite nel saluto indiano
Wai: con gli inchini si continua anche in Tailandia, dove si tengono le mani giunte, possono essere sia all’altezza del petto che a quella del mento o della fronte. Maggiore è l’età o la differenza sociale della persona che si ha davanti, più profondo sarà l’inchino e l’altezza delle mani.
Linguaccia: eh si, in Tibet le persone per salutarsi si mostrano la lingua in segno di rispetto, per dimostrare di non essere la reincarnazione di Lang Darma, un malvagio sovrano del nono secolo famoso per la sua lingua nera.

Il segno della linguaccia come saluto in Tibet
Aloha: alle Hawaii quando ci si saluta si dice così, Aloha, accompagnato da un bel sorriso. È una parola che ha al suo interno molti significati, è un modo di vivere, uno stile di vita. Vuole comunicare amore, affetto, compassione, pace e pietà. È spesso accompagnata dal segno dello shaka, un gesto amichevole che consiste nel tenere il braccio alzato, le dita della mano chiuse a pugno tranne per il pollice e il mignolo, che rimangono estesi.

Il segno dello Shaka fatto alle Hawaii
Bao qua-li: meglio noto come il saluto Kung-Fu. È la tipologia di saluto cinese che si usa tra i partecipanti di questa disciplina. Rappresenta sia un segno di rispetto che un segno di pace. Lo si fa in posizione eretta, piedi uniti, la mano sinistra aperta e la destra chiusa a pugno, appoggiando le nocche sul palmo dell’altra.

Il saluto kung-fu
Gomito contro gomito: è la recentissima forma di saluto nata proprio durante la pandemia per evitare di stringersi la mano. Il premier stesso, Giuseppe Conte, e il Ministro degli esteri Luigi Di Maio, l’hanno utilizzata per salutare Silvia Aisha Romano dopo il suo rientro in Italia.

Il saluto gomito contro gomito
Piede contro piede: Ecco un altro esempio di saluti nati durante la pandemia. È diventato virale dopo che il presidente della Tanzania John Magufuli lo ha utilizzato per salutare il politico del partito d’opposizione Maalim Seif Sharif Hamad.

Il saluto piede contro piede
Direi che di saluti ora siete esperti, se ne conoscete altri fatecelo sapere, oppure datevi alla pazza gioia inventandovene di nuovi assieme ai vostri amici, quando vi rincontrerete (e scriveteceli nei commenti!). Mi raccomando però, senza scordare il distanziamento sociale!
che bello! Questo è uno degli articoli che mi ha colpito di più (sofia)
molto bello , utilissimo e molto interessante
molto interessante soprattutto la fase dei saluti